Craveggia

un'emigrazione che vale un tesoro

ORATORIO DI S. MARTA

Presbiterio decorazione pittorica:

La decorazione pittorica del presbiterio fu affidata a Lorenzo Peretti nel 1836.

Sulla parete occidentale è rappresentato il miracolo della Resurrezione di Lazzaro. 

Possiamo dividere la scena in tre gruppi principali: il primo, a sinistra, dove sono rappresentati Lazzaro, avvolto da bendaggi funebri, e tre uomini intenti ad aiutarlo; nel secondo, al centro, si erge la figura di Cristo nell’atto di chiamare a vita il morto, Maria in ginocchio e Marta che si protende verso il fratello; il terzo gruppo, a destra, presenta le figure di due discepoli e di due giudei. I primi osservano la scena mentre si cingono in un abbraccio; i secondi invece sono seduti, entrambi con aria di disappunto.

Sulla parete orientale è rappresentato il Confronto fra Marta e Maria. 

Anche qua possiamo dividere la scena in due gruppi: a destra Gesù con quattro discepoli che si rivolge al gruppo delle donne a sinistra con Maria in ginocchio nell’atto di ascoltarlo e la sorella Marta, in piedi, che la rimprovera chiedendo l’intervento di Gesù.

Nella lunetta in fondo al presbiterio è rappresentata Santa Marta in preghiera e penitenza, accompagnata dalla Tarasca, il drago che abitava le paludi della Camargue. La Santa riuscì ad addomesticare il feroce animale solamente grazie alla preghiera, salvando così gli abitanti della regione.

Al di sopra della lunetta è presente un Gruppo di angeli musicanti attorno ai cuori ardenti di Gesù e Maria.

Nel catino che copre il presbiterio è magistralmente affrescata La gloria di Santa Marta, contornata dalle rappresentazioni di quattro profeti. Santa Marta è portata verso il Paradiso da angeli per incontrare la SS. Trinità. Tutt’intorno si dispongono tre gruppi di Santi, quelli ai quali i craveggesi dell’epoca erano più devoti: S.Giovanni evangelista, S.Antonio da Padova, S.Caterina da Siena - S.Carlo, S.Domenico, S.Luigi -  S.Giovanni Battista, S.Giuseppe, S.Caterina d’Alessandria (da destra verso sinistra).

Sulle pareti laterali, dove sono posizionate delle finestre (una per lato) sono rappresentate quattro Sante: sulla parete destra S.Apollonia (dx) e S.Lucia (sx); sulla parete sinistra S.Filomena (sx) e S.Agata (dx).

Dietro all’altare, nello spazio dedicato al coro, è presente un ultimo affresco raffigurante Santa Marta, circondata da angeli, che si rivolge ai membri della confraternita istituita in suo onore.

 

Lorenzo Peretti (Buttogno, 1774 - Buttogno, 1851):

Pittore vigezzino che comincia la sua formazione presso lo studio di Giacomo Rossetti a Santa Maria Maggiore. Si trasferisce a Torino per completare gli studi presso l’Accademia di Belle Arti, sotto la guida di Laurent Pêcheux.

 Tornato nel paese natale ricevette diverse committenze per gli edifici sacri della sua valle: le parrocchiali di Santa Maria Maggiore, Toceno, Craveggia e la Collegiata di Domodossola, dove affrescò le volte delle tre cupole.

Si spinse anche oltre il territorio ossolano, più precisamente a Novara dove affrescò la cupola della chiesa di Ognissanti, a Costigliole d’Asti e a Ludiano nella Svizzera ticinese.

 

Architettura:

L’oratorio di Santa Marta venne realizzato nel 1752 dall’architetto Antonio Ferino, molto attivo in Francia e presso la corte del Re. Questa sua vicinanza alla corte di Francia lo ispirò probabilmente per il disegno architettonico della struttura.

Il disegno dell’oratorio è barocco, privo però della sovrabbondanza di linee e sfarzosità che appesantivano le decorazioni dell’epoca (Barocco: stile sorto in Italia tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600; caratterizzato da decorazioni sfarzose, linee curve e andamenti sinuosi dell’architettura; gli spazi esterni sono generalmente rivestiti con vari materiali).

Possiamo affermare che vi è un vero e proprio contrasto tra esterno e interno dell'edificio: l’aspetto esteriore presenta un’apparenza austera, appena mitigata dalla facciata e dallo slancio del corpo terminante con una cupola; l’interno è invece uno spazio unitario ben illuminato e con una perfetta commistione tra i vari elementi architettonici, che lo rendono armonico e avvolgente.

L’oratorio è orientato verso sud e per la sua costruzione, data la notevole pendenza del terreno, fu necessario elevare i muri di sostegno della parete meridionale.

 

Interno:

Il disegno della pianta è di forma ottagonale, sui cui lati principali si dispongono le cappelle della Madonna Addolorata (a sinistra) e di S.Luigi (a destra). Nei quattro angoli sono presenti dei vani scale per poter facilmente accedere ai due ordini di tribune con balaustre in marmi policromi e caratterizzate da finestre che donano all’edificio grande luminosità.

L'intero corpo è sormontato da una cupola ottagonale sulla quale si innesta una lanterna centrale, nella quale Lorenzo Peretti affrescò l’immagine di Cristo risorto. 

Per l’interno era prevista una decorazione pittorica, affidata al pittore Giuseppe Mattia Borgnis. Borgnis in quegli anni intraprese un viaggio in Inghilterra, promettendo di completare la decorazione al suo ritorno, ma la morte glielo impedì e quindi l’oratorio rimase per oltre mezzo secolo privo di decorazioni. 


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