Craveggia

un'emigrazione che vale un tesoro

CRONISTORIA DI UN’EMIGRAZIONE A CRAVEGGIA

1515 Il duca Sforza fu battuto dal re di Francia Francesco I, nella battaglia di Marignano (Melegnano). Il Novarese e l’Ossola che facevano parte del Ducato di Milano si trovarono quindi sotto il dominio francese. Questo evento incoraggiò diversi vigezzini ad emigrare in Francia visto che potevano recarvisi facendo valere la loro qualità di soggetti francesi.

1612 I vigezzini, visti i continui soprusi a cui erano soggetti da parte delle ditte francesi, decisero di rivolgersi direttamente alla Regina Maria de Medici, la reggente, per supplicarla di addolcire la loro triste situazione e di proteggere i propri patrioti anche contro le vessazioni del fisco.

1613 Il 10 ottobre fu firmato il primo decreto grazie alla regina Maria de Medici e furono nominati tre Consoli: Giacomo Pidò per Villette, Giovanni Maria Mellerio per Craveggia, Saverio Tadini per Malesco, affinché conservassero le lettere patenti.Venne fatta costruire una cassa in ferro con tre serrature differenti e ciascun console aveva la chiave; per aprire la cassa ci volevano tutte e tre le chiavi; quindi, tutti e tre i consoli dovevano essere presenti. Tutte le pergamene, decreti o privilegi riguardanti la colonia italiana furono depositati in questa cassa. Gli ultimi consoli furono: i fratelli Ferini abitanti a Parigi in rue Jean-Robert, i fratelli Mellerio Francesco e Giovanni Giacomo gioiellieri in rue de la Paix, 5.

1600 Nel primo quarto di questo secolo fu donata da Antonio Ferino alla Chiesa parrocchiale di Craveggia una pianeta in damasco bianco, tela di lino rosa, gallone dorato bianco “Bascapè”, esposta con altre tre pianete..

1635 Gli emigranti di Craveggia erano divisi in due categorie: i mercanti e gli spazzacamini. Le famiglie di Craveggia AcerroGuglielmazziMellerioBorgnis erano mercanti. Le famiglie, sempre di Craveggia, CottiniGubettaDelbraccioDell’AngeloGuglielmi erano fumisti.

1700 Dopo la seconda metà del secolo troviamo, negli scritti dell’Archivio parrocchiale che Giacomo Firino detto Orsino ha donato una pianeta d’oro con bellissimo ricamo d’argento; la si può ammirare nella cappella della Madonna Addolorata.

1757 Viene donata da Giovanni Dell’Angelo detto “Degli Aghi” una pianeta di seta bianca a fiori con croce rossa di broccato con gallone ricchissimo d’oro fino. La si può ammirare con altre tre pianete.

1764 Il 21 settembre troviamo, negli antichi scritti dell’Archivio parrocchiale che i fratelli RossettiGiacomo e Antonio, negozianti e banchieri a Milano, donarono un paramento intero bianco ricamato in oro che ne porta il nome.

1771 Il 25 luglio i signori fratelli Giovanni Maria e Giuseppe Borgnis Gallanty donarono un paramento intero. Dagli antichi scritti dell’Archivio parrocchiale emerge che la stoffa donata facesse parte della rimanenza utilizzata per l’abito della Regina ed impiegata per la realizzazione di paramenti sacri. Il tessuto era in seta pesante color panna, ricamata in rilievo con fili d’oro e decorata con elementi floreali. Qui esposti si possono vedere la dalmatica, il piviale, la pianeta, il manipolo e la stola. Il paramento lo possiamo ammirare nella cappella della Madonna di Re e dei San Luigi.  

1786 François Mellerio, che aveva quasi 15 anni, sta per entrare nella vita attiva del commerciante e presto lo vedremo prendere un posto rilevante in famiglia. Era molto osservatore, i monumenti di Parigi lo interessavano di più e le lunghe letture gli facevano apprezzare la loro magnificenza. Il Palais Royal era il luogo d’incontro dei ricchi stranieri e della gente alla moda; egli vi andava spesso per ammirare le ricchezze esposte nei negozi di gioielleria. A casa paragonava le piccole vendite di cui si accontentavano i suoi parenti con i grossi affari che si trattavano al Palais Royal. Qualche volta andava a trattare con il cugino Giovanni Battista Mellerio detto Mylord che più tardi sarebbe diventato suo zio.

1791 Viene donata una pianeta di color azzurro in lampasso lanciato, gallone dorato, taffetas azzurro, taffetas liserè rosa, che reca la scritta sul retro: “ANTONIO PADELINETTI Q. G. A 1791”. La possiamo ammirare on altre tre pianete.

1793 Scoppiata la Rivoluzione francese già dal 1789, il Re Luigi XVI e la Regina Maria Antonietta erano stati giustiziati mediante la ghigliottina. Il commercio era sparito ed ogni cosa sconvolta. Parigi era nella costernazione ed il terrore regnava in Francia. I tre consoli vigezzini si riunirono e vedendo la situazione diventare molto critica per i loro commerci e soprattutto per la loro vita, decisero che era più opportuno lasciare la Francia. L’appuntamento fu fissato per il 31 gennaio alle porte d’Italia. Anche i Mellerio, che erano costretti a fare la guardia al loro negozio, partirono. Sovente venivano apostrofati come dei “lazzaroni aristocratici” che bighellonavano invece di andare al fronte a combattere. Decisero quindi di ritornare al paese (Craveggia). L’unico fu Franꞔois che decise di non abbandonare Parigi, perché troppo giovane. Partirono in 500. Francesco aveva 21 anni e salutò tutti i suoi parenti e amici vigezzini che gridando “Viva la Francia”, partirono per il paese. Arrivati a Ginevra in Svizzera, il gruppo decise di fermarsi qualche giorno per riposarsi; vennero accolti con “Viva i Savoiardi! Viva i Piemontesi!” ed essi rispondevano “Viva la Francia!”.

1794 François Mellerio si arruola e si trova a combattere in Olanda con la sua armata. 

1795 Il 20 gennaio l’armata entra ad Amsterdam vittoriosa e vi passa il resto dell’inverno. Dopo sei mesi, François è sergente e dipende solo da lui ottenere un grado superiore. Però François Mellerio, che si trovava a Stoccarda, si ammala ed in quell’occasione ha modo di conoscere dei commercianti italiani chiamati Pironi e scopre che erano di Finero, quindi vigezzini come lui. La famiglia Pironi non solo lo ha ospitato ma gli ha dato anche i soldi per poter rientrare a Craveggia. Arrivato a casa e rivedendo sua madre che lo riconosce subito, si emoziona.

1797 François Mellerio, attratto dalla vivacità milanese, si trasferisce a Milano e chiede lavoro al gioielliere Manini; come referenze porta quelle del Conte Giovanni Battista Mellerio ex consigliere intimo di S.M.I.R. l’imperatore d’Austria nonché cliente del signor Manini.

1800 Era il mese di giugno e l’Ossola diventa, dopo diverse battaglie, una provincia francese con il nome di dipartimento d’Agogna. Questo invoglia i craveggesi a ritornare a Parigi poiché non occorrono permessi per l’espatrio.

1801 Il 9 febbraio, dopo la vittoria in Italia, Bonaparte firma la pace con l’Austria, a Luneville,

1801 François Mellerio ventinovenne ritorna a Parigi e grazie a tanta buona volontà ed avvantaggiato dalle conoscenze con i nobili e all’esperienza fatta a Milano da Minini riprende l’attività di gioielliere. Si può dire fondata la sua ditta” Mellerio dits Meller”.

1808 François Mellerio sposa a Craveggia Maria Borgnis Cicialino e la conduce a Parigi con lui; qui le fa dare lezioni di francese affinché si possa inserire bene nell’alta società. Ma a distanza di circa due anni la moglie, arrivata quasi alla fine della gravidanza, per un errore del medico, muore.

1811 L’11 giugno François Mellerio si sposa nella chiesa Parrocchiale di Craveggia con Maria Maddalena figlia di Giovanni Antonio Mellerio detto Cianten.

1825 Dall’ingegnere craveggese Giuseppe Antonio Borgnis fu tracciata la strada sterrata che unisce Masera a Vigezzo.

1829 I signori François e Giovanni Giacomo Mellerio donano il prezioso Ostensorio d’argento dorato Che si può vedere sull’altare maggiore.

1836 Catterina Mellerio figlia di François e di Maddalena si sposa con Francesco Guiglielmazzi ed il matrimonio viene celebrato a Villiers-le Bel.

1838 Mellerio Giovanni Antonio detto Cianten dona alla Chiesa Parrocchiale una ricca croce d’argento per le processioni guarnita di pietre preziose che si può ammirare nella cappella della Madonna Addolorata.

1839 Giovanni Mellerio dona una bellissima corona d’argento, dorata e tempestata di gemme più un pugnale con manico d’argento ornato di pietre fini per la statua della Madonna Addolorata. Si possono ammirare nella cappella della Madonna Addolorata.

1839 Lo stesso Giovanni Mellerio dona una raggera ed una croce con pietre preziose per la statua del Bambin Gesù.

1840 La strada viene completata nel tracciato, come la vediamo oggi.

1841 Il 28 settembre i fratelli Ferini abitanti a Parigi in rue Jean-Robert consegnano ai fratelli Mellerio Francesco e Giovanni Giacomo gioiellieri da portare a Craveggia una cassa di legno munita di tre serrature le cui chiavi erano state smarrite. Dissero al sindaco Giuseppe Francesco Borgnis che desideravano consegnare la cassa nelle sue mani come deposito prezioso. Furono convocati, a questo proposito, i sindaci di Malesco e Villette che di comune accordo consegnarono la cassetta al sindaco di Craveggia. Attualmente si trova nell’archivio del Comune di Craveggia.

1841 La signora Vittoria Mellerio nata Rabouin moglie del signor Giovanni fu gio. Maria, unitamente alle figlie Amalia, Celestina e Laura dona alla Chiesa parrocchiale un bellissimo calice d’argento dorato con patena che si può ammirare sull’altare della Madonna di Re e dei santi Luigi.

1844 La Chiesa di Craveggia, mediante il suo tesoriere signor Guglielmazzi Giacomo Antonio, fratello di Francesco che aveva sposato Catterina Mellerio, riesce a far arrivare da Parigi il drappo funebre adorno all’intorno di emblemi del vecchio e nuovo testamento (Gobelins), il quale si trova, negli antichi scritti dell’Archivio parrocchiale, fosse servito per i funerali del Re di Francia Luigi XIV.

1850 François Mellerio e suo fratello Antonio decidono, a causa delle sommosse, di spostare la gioielleria da Parigi a Madrid diventando i gioiellieri della casa reale spagnola con la Regina Isabella II e di molte altre teste coronate europee.

1858 Il 7 gennaio Maria Giulia Emilia Borgnis Gallanty (1838-1907), discendente dei fratelli Borgnis Gallanty, si sposa con Jérome Felix Mellerio e continuano il mestiere di gioiellieri a Parigi in rue Argenteuil al numero 6.

1870 La famiglia Borgnis Gallanty - Jérome Felix Mellerio costruisce sulle alture di Masera una bellissima villa denominata ora “Villa Caselli”.

1897 La stessa famiglia Borgnis Gallanty – Jérome Felix Mellerio contribuisce con la Fondazione alla costruzione dell’Asilo infantile che porta ancora oggi il nome “Asilo Infantile Fondazione Mellerio Borgnis Gallanty”.


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