Craveggia

un'emigrazione che vale un tesoro

FAMIGLIA GUGLIELMAZZI dal libro “Rue des Lombards”

Nel 1640 Giovanni Maria Mellerio aveva sposato Maria Guglielmazzi, quindi la famiglia Guglielmazzi era strettamente imparentata con i Mellerio. I fratelli Guglielmazzi: Giacomo Antonio nato nel 1800, di trentadue anni con un volto e un carattere seri era soprannominato il gran Julmasse ed era simpatico a François Mellerio ed allo zio Giovanni Giacomo Mellerio perché parlava volentieri di Craveggia; Francesco Guglielmazzi nato nel 1809 di ventisei anni, era di aspetto sorridente, un buon parlatore, gentile con le signore e diverse gradivano la sua compagnia. Era un uomo di società e queste doti gli davano molte probabilità di riuscire. Catterina Mellerio figlia di François e di Maddalena preferì scegliere Francesco ed il matrimonio venne celebrato nel 1836 a Villiers-le Bel. Furono le vere nozze dei vecchi lombardi, una riunione di parenti e di soli intimi. Maddalena esultava. Si sentiva parlare solo craveggese; per quella cerimonia gli abitanti di Villiers-le Bel ebbero la soddisfazione di ammirare i carretti, le bagnarole e i grandi calessi dei tempi di Luigi Filippo stipati di inviati festanti che arrivavano da Parigi con la certezza di divertirsi molto. Gli sposi andarono ad abitare in rue de la Paix al numero 5. Nel 1844 la Chiesa di Craveggia, mediante il suo tesoriere signor Guglielmazzi Giacomo Antonio, fratello di Franco che aveva sposato Catterina Mellerio, riuscì a far arrivare da Parigi il drappo funebre adorno all’intorno di emblemi del vecchio e nuovo testamento (Gobelins), il quale si dice servì ai funerali del Re di Francia Luigi XIV. Catterina andata in viaggio di nozze a Craveggia approfittò del viaggio per far comperare a suo padre François Mellerio la casa della famiglia Acerro (antica famiglia craveggese estinta, anche essi gioiellieri in Francia). L’edificio fu restaurato ed attualmente si trova alle spalle della Chiesa Parrocchiale dove ancora oggi dimorano i discendenti di tale famiglia. I Guglielmazzi abbandonarono gli affari durante la Rivoluzione del 1848 e rimasero definitivamente in Italia.


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