Per confraternita si intende un’associazione pubblica di fedeli della Chiesa Cattolica che ha come scopo peculiare e caratterizzante il servizio liturgico, nonché l'aumento del culto pubblico e l’esercizio di opere di carità.
È difficile rintracciare le origini storiche di queste fraternitates; in Italia alcuni le fanno risalire al 1144, altri al 1260, autori più recenti danno per sicura la loro esistenza al sec. X.
Molti di tali enti derivarono dal movimento mistico dei flagellanti, dei battuti, dei disciplinati che, per pacificare guelfi e ghibellini, passavano di terra in terra vestiti di sacco, predicando concordia e penitenza, chiamati, a seconda delle fogge di vestito “bianchi”, “capuciati”....
Tali sodalizi apportarono bene alla società, provocando in alcuni casi la fusione di varie classi, la fratellanza degli uomini per la tutela e gli aiuti reciproci, promuovendo opere di carità e di assistenza.
La Confraternita di Santa Marta venne istituita nella chiesa di Craveggia il 17 dicembre 1563 su iniziativa del curato don Andrea Merzagora e confermata dal vescovo cardinale Antonio Serbelloni il 28 Settembre 1568.
Per questo genere di Confraternite aveva provveduto nel 1563 a dettare e pubblicare una Regola sapientissima S. Carlo Borromeo, che fu presto adottata dalla Confraternita di S. Marta di Craveggia.
La Regola stabiliva la dipendenza dei Confratelli dall’autorità ecclesiastica, dettava i termini per l'organizzazione interna, offriva una serie di vantaggi spirituali in vita e in morte che invogliavano a parteciparvi. I confratelli godevano del privilegio di potersi riunire a parte in un proprio oratorio per discutere dell’organizzazione, prendere iniziative, fare preghiere e funzioni particolari.
Per quanto riguarda il vestiario i confratelli avevano e hanno tutt’oggi un proprio abito che consiste in un camice di canapa bianco sormontato dal tipico cappuccio conico che un tempo si abbassava a maschera sul volto. Nel retro del camice si apriva uno spacco che permetteva di denudare le spalle per infliggere, nelle occasioni stabilite, la flagellazione rituale, tipica di molte Confraternite medievali.
Questa flagellazione era generalmente riservata in alcune circostanze particolari, specialmente nella settimana di Passione, giacché la Confraternita di S. Marta aveva come sua principale devozione quella dei Misteri della passione e Morte del Signore.