In occasione dell’anniversario dei Cento anni dalla nascita della Ferrovia Vigezzina (1923 – 2023), la Parrocchia di Craveggia ha pensato, in collaborazione con l’Amministrazione comunale e con la dirigenza della Ferrovia Vigezzina, di proporre un’esposizione temporanea del Tesoro che ci è pervenuto dai tanti emigranti di Craveggia.
La ferrovia Vigezzina per la Valle Vigezzo è sempre stata, fin dalla sua nascita, un’importante unione tra due Stati: Italia e Svizzera. Ha affiancato la strada Statale che da Masera sale fino a Druogno per poi percorrere tutta la Valle. Un tempo non esisteva la strada che conosciamo noi adesso; il tracciato nei secoli passati era coperto dalle carrozze e solo le famiglie più abbienti potevano permettersele. Gli emigranti di Vigezzo che rientravano dalla Francia arrivavano quasi sempre dalla Svizzera, attraverso il passo del Sempione; quindi, arrivati a Masera, percorrevano a piedi o in carrozza la strada sterrata che portava in Vigezzo. Anche i craveggesi erano soliti fare questo itinerario, costretti ad andare oltre confine per mantenere la propria famiglia.
I numerosi emigranti si sono distinti come portatori di un ricco ingegno nell’esprimere le proprie capacità professionali anche in settori prestigiosi.
Non possiamo dimenticare chi si è distinto nei commerci: la famiglia Cottini Chino che, si dice, avesse commerci con la Cina; la famiglia Borgnis “Gallanty” che si è resa importante nella gioielleria di alta classe a Parigi; i fratelli Giacomo ed Antonio Rossetti che sono stati importanti negozianti e banchieri nella città di Milano; la famiglia Ferino che ha avuto un ruolo importante in patria ed all’estero grazie ad alcuni componenti come il generale Pietro Maria Bartolomeo Ferino che ha combattuto nell’esercito francese; la famiglia Dell’Angelo che vantò commercianti ed artisti, tra cui il pittore Andrea, valido collaboratore del pittore Giuseppe Mattia Borgnis, e Antonio, pittore e professore di disegno nei collegi di Saintes in Francia, infine Giovanni Giacomo soprannominato degli “Aghi” gioielliere in territorio francese; ancora la famiglia Margaritis con Giuseppe Maria detto “Bonaccino” e Gio. Antonio detto “Gioannaccino”; la famiglia Guglielmazzi con il reverendo Don Gio. Antonio Regio Apostolico Subeconomo; e infine la famiglia Garbagni e la famiglia Mellerio, emigrati a Parigi rispettivamente nel 1513 e nel 1613.
Le famiglie di questo piccolo borgo alpino hanno donato, nell’arco dei secoli, alcuni oggetti religiosi di immenso valore che oggi fanno parte del cosiddetto “Tesoro di Craveggia”. In questa particolare esposizione sono presenti gli oggetti legati strettamente all’emigrazione craveggese.